mercoledì 4 novembre 2015

Fanno saltare il bancomat della Banca Toscana: banditi in fuga

Fanno saltare il bancomat della Banca Toscana: banditi in fuga


Un boato nella notte interrompe bruscamente il sonno dei falconaresi. C'è chi teme il terremoto e un incidente in raffineria. E ora è caccia ai banditi: tre, incappucciati e armati. Indagano i carabinieri

Fanno saltare il bancomat della Banca Toscana: banditi in fuga
Un boato nella notte, il bancomat saturo di gas che esplode e tre banditi in fuga con un bottino che si aggira sui 20mila euro. La notte falconarese è stata interrotta così, alle 4, dalla potente deflagrazione del bancomat della Banca Toscana di via Bixio. La filiale è stata presa di mira da una banda di tre persone incappucciate e armate. Stranieri, stando alle testimonianze di chi li ha sentiti conversare tra loro. 
Un colpo da professionisti. Prima hanno riempito di gas la cassa continua. Poi "un boato che ha fatto tremare la casa: ho pensato a un terremoto" ha raccontato questa mattina una residente. Una bomba. Distruttiva a tal punto da far saltare la porta laterale dell'istituto di credito senza bisogno di abbatterla. Neanche i ladri si aspettavano questo effetto, risultato poi essenziale per consentire loro la fuga. Il piano prevedeva, dopo il "botto" la forzatura di un ingresso per entrare e fare incetta di banconote. Per questo i banditi erano arrivati sul posto con due auto. Una per scappare, l'altra pronta a fare da ariete e invece abbandonata sul posto. Per far entrare le due vetture all'interno della galleria commerciale dove ha sede la Banca Toscana e poi uscirne i banditi hanno spostato i pesanti vasi di fiori sul lato di via Leopardi. 

Il tempo di arraffare tutte le banconote. I ladri hanno fatto il pieno. La cassa continua, infatti, era stata ricaricata il giorno prima come confermato da Cristiano Gattei, il direttore della filiale che, avvisato del fatto, da Pesaro dove vive, si è precipitato a Falconara. La porta forzata grazie all'esplosione ha fatto risparmiare minuti preziosi ai ladri. A quell'ora iniziano infatti i primi trasporti merci per le attività del posto. Alcuni testimoni raccontano di un uomo incappucciato, pistola alla mano, a fare da palo e a urlare "via, via, via" ai complici quando si è reso conto che il posto si stava facendo troppo affollato. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri del comandante Roberto Frittelli. Una grossa mano la potranno dare le telecamere di videosorveglianza.
Fanno saltare il bancomat della Banca Toscana: banditi in fuga
Marco Catalani

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Crisi Aerdorica, Rossi: «Film già visto, siamo un Paese in paralisi»

Crisi Aerdorica, Rossi: «Film già visto, siamo un Paese in paralisi»


Il vicesindaco di Falconara, città che ospita l'aeroporto regionale, interviene sulla vicenda dello stop di Enac e Ministero, al piano di privatizzazione di Aerodorica parlando di un "Sistema Italia" non competitivo
Crisi Aerdorica, Rossi: «Film già visto, siamo un Paese in paralisi»
A prescindere dalle responsabilità, l'incertezza delle procedure affossa il Sistema Italia. È un punto di vista alternativo quello che il vicesindaco di Falconara, Clemente Rossi, ha affidato al suo blog nel commentare la vicenda Aerdorica/Novaport. L'amministratore falconarese la definisce "un film già visto". «Non posso fare a meno di rilevare - aggiunge - che il cosiddetto Sistema Italia non può essere competitivo in questo modo. L'insopportabile groviglio di norme, le incertezze interpretative, il sospetto di brogli inficiano ogni operazione economica. Giusto e doveroso combattere il malaffare ma estremizzare la lotta o rispettare in maniera manichea la forma ci sta portando a bloccare tutto».
Rossi, al netto delle responsabilità ("Belluzzi era o meno consapevole oppure ha cercato di essere concreto?") legge il risultato: la paralisi. «Strano paese il nostro - prosegue il commento - : grandi potenzialità, una grande storia, grande fantasia, grande inventiva, eppure incapace di coniugare il vecchio con il nuovo, il passato con il presente, la sicurezza del benessere con la concorrenza economica, la certezza del diritto con la democrazia praticata. Siamo all'ennesima dimostrazione di non saper essere in grado di attrarre finanziatori e capitali esteri. In barba a qualsiasi ricorrente giaculatoria, formulata da vari quadrati e da vari livelli, Governo in testa, che recita incessantemente circa la vitale necessità per il nostro paese, in un mondo globalizzato, di ricercare investimenti da oltre confine». 
La speranza di Rossi è che l'opzione russa per privatizzare il Sanzio non sia perduta. «Il “nostro aeroporto - conclude - è una macchina troppo importante per rimettere in moto un meccanismo produttivo, regionale e non solo, da troppo tempo arrugginito e inceppato. Da soli – e il profondo rosso del bilancio di Aerdorica è lì a evidenziarlo - non ce la faremo mai».



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