Inchiesta Ccs-bis, ipotesi di uno stralcio per i 251 mila euro di origine incerta
Dal Corriere del 1 Marzo
Ancona Doveva essere l’ultimo atto del procedimento penale che ha scosso i palazzi della politica cittadina, invece l’udienza di domani davanti al gip Alberto Pallucchini sul caso Ccs durerà pochi minuti, il tempo necessario a rinviarla ad altra data oppure sospenderla in attesa delle decisioni dell procura generale della Corte d’appello, che ha avocato il fascicolo. L’interesse si sposta allora dal primo piano del palazzo di giustizia - dove alle ore 10 nell’ufficio Gip si aprirà comunque l’udienza sull’opposizione all’archiviazione proposta da Anconambiente - al quarto, dove il procuratore generale Gaetano Dragotto si incontrerà con il suo sostituto Gebbia per una prima valutazione dei nove di atti d’inchiesta messi prelevati una settimana fa a seguito del decreto d’avocazione. Il 7 gennaio scorso la procura ordinaria aveva rassegnato le sue conclusioni chiedendo l’archiviazione per prescrizione (e in alcuni casi minori nel merito) dei reati di corruzione, truffa, malversazione contestati a vario titolo ai sei indagati per la compravendita dell’area Ccs, tra cui l’ex sindaco Fabio Sturani. Il Pg Dragotto ha voluto però esercitare il suo potere di avocazione, subentrando alla procura ordinaria con un supplemento di indagini preliminari che durerà trenta giorni. Il decreto di avocazione firmato dal dottor Dragotto non censura l’operato dei magistrati titolari dell’indagine, riconoscendo anzi che i fatti sono stati esposti nelle quaranta pagine conclusive in modo assolutamente corretto. Il Pg ritiene però che possono essere suscettibili di qualificazioni giuridiche diverse. Si vedrà se per la procura generale ci sono ipotesi di reato non ancora prescritte, nel qual caso il Pg potrebbe concludere questo supplemento d’inchiesta chiedendo il rinvio a giudizio.Come pure non è escluso, a livello teorico, uno “stralcio” per un versante che le indagini della procura ordinaria e della Guardia di finanza non sono riuscite a chiarire del tutto. Riguarda l’origine “equivoca” dei 251 mila euro versati in contanti sui conti di Sturani tra il marzo 2003 e il gennaio 2008. I pm non hanno trovato tracce riconducibili all’imprenditore Alberto Rossi (ex proprietario dell’area Ccs e finanziatore delle campagne elettorali per Sturani sindaco) e non li hanno catalogati come tangenti. Ma concludono che si tratta di somme ingenti “certamente non provenienti da fonti palesemente riconducibili al sindaco”. “Atteso che tutte le retribuzioni e le indennità dei coniugi Sturani sono state bonificate dal Comune di Ancona, dalla Regione Marche e dall’Anci sui conti correnti personali - scrivono i pm nelle conclusioni -, allo stato non trovano giustificazione i cospicui versamenti di denaro contante nei medesimi conti”. Trattandosi di somme versate in contanti, sarebbe inutile fare altri accertamenti fiscali, ma la procura generale potrebbe aprire un’inchiesta stralcio e indagare ancora, magari per reati di natura fiscale, se ipotizzasse che quei soldi sono stati percepiti esentasse. Allora Sturani, che in consiglio comunale e all’assemblea del Pd aveva spiegato che erano soldi arrivati da amici e familiari, dovrà fornire agli inquirenti spiegazioni convincenti sull’origine e la “causale” di quei 251.396,86 euro, parte dei quali, pari a 88.387,37 euro, “è stata percepita da Fabio Sturani - ha accertato la Gdf - presso un conto corrente presso Carige filiale di corso Garibaldi, anche con cadenza sostanzialmente mensile”. Si vedrà.
Nessun commento:
Posta un commento