lunedì 27 aprile 2009

Su Salò il Cav. scippa il Parlamento e Fini tace
Che faceva Gianfranco Fini, dormiva? Forse era troppo impegnato a soppesare le candidature in rosa proposte da Berlusconi o troppo concentrato sui medici-spia e i centri d'accoglienza. Fatto sta che quando Berlusconi l'ha fatta grossa, il presidente della Camera non ha scagliato i fulmini e le saette a cui ci siamo ormai abituati.
Sì perchè il Cav. stavolta ha esagerato e proprio sul terreno che più sta a cuore al presidente della Camera, il rispetto delle prerogative del Parlamento. Stiamo parlando della proposta di legge che secondo quel segugio di Franceschini conterrebbe l'equiparazione morale tra partigiani e repubblichini (ovviamente non è prorpio così, ma sul punto sorvoliamo). Quando hanno chiesto a Berlusconi se avrebbe accettato l'intimazione del segretario Pd a ritirarla, lui per fare l'en plein di un 25 aprile già tutto riconquistato, ha buttato il cuore oltre l'ostacolo e ha detto: “Non sapevamo che fosse stata presentato questa proposta di legge, ma sarà certamente ritirata”.
Il fatto è che Berlusconi non può ritirare un bel niente, quella proposta è di iniziativa parlamentare, peraltro in origine anche bipartisan (poi i deputati del Pd hanno rapidamente ritirato la firma) e oggi porta ancora l'adesione di qualche decina di parlamentari della maggioranza. Il governo al massimo e quando sarà il momento può esprimere un parere contrario. Ci mancherebbe solo che possa ritirare le proposta di legge che non gli aggradano.
Per questo, a stretto giro dalle dichiarazioni avventate del Cav. ci aspettavamo tuoni e fulmini dai piani alti di Montecitorio, richieste di rettifiche, presentazioni di scuse, appelli all'autonomia e alla sacralità del Parlamento, bacchettate sulle mani e reprimende varie. Invece niente, silenzio di tomba.
Molto strano perchè di solito su questo tasto il presidente della Camera sembra molto sensibile, basta ricordare alcuni casi più recenti: Il primo segnale Fini lo ha lanciato il 30 settembre 2008, quando la maggioranza non partecipò alle sedute per impedire l'elezione di Leoluca Orlando sulla commissione Rai e, rispondendo alle proteste delle opposizioni, chiese ai capigruppo del centrodestra di non “mortificare le istituzioni parlamentari”; poi il 2 ottobre del 2008 quando, rivolgendosi direttamente al Cav., che aveva annunciato l'intenzione di fare ampio ricorso ai decreti legge, Fini rispose che di fronte ad un eventuale “abuso” dei decreti, la Camera avrebbe rivendicato “il diritto di far sentire la propria voce”. E ancora il 13 gennaio 2009, quando lanciò ancora un richiamo al governo perché, dopo la decima fiducia del Berlusconi IV (posta sul decreto anti-crisi), dimostrasse con i fatti rispetto per la centralità del Parlamento. E poi le critiche sul caso Englaro e sul decreto varato in fretta e furia dall’Esecutivo quella sera del 6 febbraio 2009. E ancora il 10 marzo 2009 quando in risposta alla boutade di Berlusconi che solo i capigruppo potessero votare in aula il presidente della Camera espresse tutta la sua contrarietà per un'ipotesi che considerava un sopruso nei confronti del Parlamento.
Ancora più strano il silenzio di Fini se si pensa che stavolta Berlusconi vorrebbe scippare al Parlamento una proposta di legge che aumenta del 20 per cento la pensione a partigiani e "repubblichini" e istituisce l'ordine del Tricolore per chiunque abbia combattuto durante la seconda guerra mondiale. Fossimo tra i presentatori della legge chiederemmo a Fini di scendere in campo a nostra tutela contro un governo che fa e disfa le cose del Parlamento a suo piacimento, ma temo che questa volta aspetteremmo in vano.
L'Occidentale

3 commenti:

Asterix ha detto...

Quel lumago' de Fini se fatto ciucciare il cervello da Berlusconi. Fini ha sfasciato il partito e la dignita' di chi per tanti anni ha votato Alleanza Nazionale.

Anonimo ha detto...

Ha distrutto il partito e consegnato gli amministratori a Forza Italia. Ora si vede chi comanda. Manco se se ritira dalla politica il compagno Fini salva la faccia

Anonimo ha detto...

fini ha fatto bene ad entrare nella pdl. Cosi si e' sgrezzato il partito e le fiecche radicali se ne son andate