lunedì 20 luglio 2009



L'uovo di giornata
La democrazia per Grillo parte da Internet e lì finisce


Arieccoci. Grillo e le sue alzate d’ingegno. La sapete l’ultima del comico genovese (e non è una battuta)? Che vuole rivoluzionare la democrazia italiana con Internet: la sua idea è proprio quella di eliminare ogni traccia della democrazia in senso rappresentativo e passare a quella partecipativa. Come? Facendo decidere al popolo degli internauti il futuro dell’Italia.
Questa volta, a quanto pare, non sta scherzando e l’idea non gli è venuta per il suo ultimo numeretto comico (e forse sarebbe stato meglio): ha fatto persino una ricerca sul web e ha deciso di prendere come modello la Svizzera. Paese magnifico, per carità. Peccato che la sua popolazione non raggiunga neanche gli otto milioni di abitanti. Della serie: la montagna ha partorito il topolino, perché nello Stivale, zitti-zitti e stretti-stretti, abbiamo superato già i sessanta milioni. Una differenza che fa, di gran lunga, la differenza.
L’idea di Grillo non fa i conti con un altro piccolo problema: in Italia, secondo cifre molto approssimative, solo 15 milioni di persone utilizzano Internet. E che ne facciamo degli altri 32 milioni di persone che hanno diritto ad esprimersi ma che non utilizzano il web? Ma ve li immaginate, per esempio, i vecchietti di un paesino sperduto della Calabria (o del Veneto, basta che il luogo renda l’idea) di fronte allo schermo del computer a decidere su questioni non poco irrilevanti, come il testamento biologico?
Si potrebbe fare a mo’ di sondaggio: “Clicca ‘sì’ se vuoi che le tue dichiarazioni siano vincolanti. Clicca ‘no’ se vuoi lasciare la decisione finale al tuo medico di fiducia. Clicca ‘non so’ se vuoi lasciare che sia il sistema informatico a decidere per te”. O per approvare il documento di programmazione finanziaria del governo, si potrebbero mettere gli smiley, casella per casella, per vedere il gradimento dell’opzione da parte degli internauti. O magari organizzare un’ammucchiata collettiva interattiva – previo invito su Facebook, chiaro – per riunire le Camere.
Nel mondo utopico del grillismo tutto Internet e niente politici c’è poi un altro piccolo scoglio da superare. Come farà l’aspirante a segretario del Pd a prendere per buona la scelta di un click? E se un hacker offusca il sito (e di questo il comico ne sa già qualcosa) o manda un virus per modificare le opzioni a suo piacimento? O ancora peggio: e chi ci assicura che non potrebbe essere lui stesso a manipolare i risultati o l’informazione a suo favore? “Sulla rete non puoi imbrogliare”, dice Grillo nell’intervista al Corriere. Forse vorrebbe affidarsi ai “feedback” dei suoi fedelissimi lettori e assidui del suo blog per dimostrare la sua credibilità e reputazione. Ma in una vera democrazia le regole non le stabiliscono i fan.
A vedere com’è andata la vicenda “tesseramento al Pd” – nella quale alla fine l’ha spuntata ed è riuscito ad iscriversi al partito nonostante sia contraria allo Statuto e alla decisione unanime della Commissione nazionale di Garanzia – un’idea ce la siamo fatti. E tra un Beppe Grillo che vuole togliersi l’ingombro del Parlamento e un Gheddafi che sostiene che è inutile eleggere un Parlamento, non ci sembra ci sia così tanta differenza.
(Fabrizia B. Maggi)


L'Occidentale del 18 /7

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