mercoledì 19 agosto 2009

Dal Messaggero di oggi

L’Api adesso guarda al Tirreno
Nel mirino la raffineria di Stagno


L’Api guarda avanti e prova ad acquistare una seconda raffineria sul Tirreno. Si tratta della centrale Eni di Stagno (Livorno) e la notizia, da un giornale locale, è rimbalzata anche a Falconara dove i lavoratori seguono con molto interesse l’evolversi degli avvenimenti. Per ora quello del gruppo Brachetti Peretti è solo un interessamento ma la novità è stata confermata dallo stesso amministratore delegato Eni Scaroni a margine dell’ultima assemblea degli azionisti. La raffineria di Stagno è in vendita. Le offerte pervenute sono da parte di Api, alla guida di una cordata di imprenditori, e di un altro gruppo impegnato nel campo dell’energia. Settembre si prospetta per l’azienda come un mese decisivo. Eni per quel mese dirà quale strada - e quale offerta - sarà ritenuta più convincente. Il costo dell’operazione si aggira sugli 85 milioni di euro. A questi andranno aggiunti, inevitabilmente, ingenti investimenti per il riammodernamento degli impianti e i costi di bonifica. Una trattativa che è destinata a durare per tutto il 2010. Api, dal canto suo, ha rinviato la presentazione del suo piano industriale proprio per quel mese.
Le nuove linee guida dell’azienda sarebbero dovute essere sotto gli occhi dei sindacati già lo scorso giugno. I dati sono quelli che devono fotografare lo stato di salute del gruppo petrolchimico. L’incontro è però slittato a settembre. Il 28 del mese i vertici dell’azienda incontreranno le parti sociali. In tempo per capire se la prospettiva livornese può o meno diventare realtà.
Sul fronte centrali anche si attendono sviluppi. Le prospettive aperte dal ddl sullo Sviluppo, con la Regione che dovrà motivare punto su punto l’intera Valutazione d’Impatto Ambientale sulle centrali da 520 e 60 mgw, potranno essere decifrate in concreto solo dopo l’emanazione da parte del governo dei decreti attuativi. Qualche preoccupazione è venuta fuori dalla lettura del giornale che ipotizzava, nel caso di acquista a Livorno, la messa in vendita del sito falconarese. Immediata la smentita dell’azienda. Una notizia, secondo una nota ufficiale di Api «priva di ogni fondamento e che non fa parte delle strategie del gruppo Api. Risulterebbe inoltre contraddittoria anche con la stessa affermazione secondo la quale il gruppo avrebbe necessità di raddoppiare la propria capacità produttiva». Api infatti, dopo aver acquistato il marchio Ip, dispone di circa 4000 punti vendita. La centrale di Stagno è quasi una gemella di quella falconarese: solo poche centinaia di migliaia di produzione. Parte dei prodotti attualmente distribuiti sono comprati proprio da Eni ma a fine anno scade il contratto. Tasselli di un puzzle dal quale sembra comparire un Api raddoppiato, piuttosto che su un cambio di sponda da Adriatico a Tirreno.
M.Catalani

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