sabato 19 settembre 2009

Centrali Api, la Regione dice ancora “no”
L’ok della Prestigiacomo non basta. Badiali annuncia battaglia. Cogliati: oltranzisti
Dal Messaggero di oggi
FALCONARA - Il sì ministeriale alle centrali elettriche non fa cantare vittoria all’Api. La firma del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo è considerato un passo in avanti di un lungo braccio di ferro tutt’altro che concluso. Dall’altra parte infatti c’è la Regione. E in via Gentile da Fabriano alle dichiarazioni anti-centrali di Amagliani si sono affiancate ieri quelle del collega Badiali. L’assessore all’Energia ha ribadito la posizione «contraria a questi progetti, non in base a scelte ideologiche, bensì a seguito di precise scelte di politica energetica. Abbiamo deciso di puntare su rinnovabili e risparmio energetico, creando occupazione, riducendo le emissioni e quindi migliorando l’ambiente». Le Marche ora attendono la conferenza Stato-Regione al ministero dello Sviluppo: là dovranno motivare il no controdeducendo la Valutazione d’impatto ambientale (Via). Non è detto che questo basti: come già previsto per le centrali nucleari, il Governo potrebbe aggirare il rifiuto in nome dell’«interesse nazionale». Dalla sua, la Regione potrebbe fare ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzioni, visto che il titolo V della Costituzione attribuisce agli enti locali la materia energetica.Giancarlo Cogliati, ad di Api, preferisce per ora commentare con dati oggettivi. «Quella della Regione - dice - è una posizione che definirei oltranzista. Il debito energetico delle Marche è disastroso e con il Pear è peggiorato. Forse i marchigiani capiranno l’importanza di realizzare le centrali quando l’energia, che ora compriamo da altre regioni, sarà più cara». Il rischio è che fra due anni, con l’introduzione del federalismo, i marchigiani si ritrovino a pagare un +30% in bolletta, causa balzello sulle perdite di trasporto dell’energia.L’argomento sarà trattato in Regione già la settimana prossima. Il Pdl ha infatti intenzione di presentare una mozione chiarificatrice al governatore Spacca. «Le chiusure di Amagliani e Badiali - denuncia il capogruppo Pdl Massi - sono pregiudiziali e fatte sulla schiena delle aziende che oggi pagano l’energia il 20% in più rispetto ai concorrenti europei. Oggi il gap energetico è di 800 mgw: come fa Amagliani a dire che il Pear funziona? La soluzione Api potrebbe colmare il divario e inoltre diminuirebbero anche le emissioni in aria, come imposto dal Ministero». Secondo Amagliani, il Pear ha portato a 161 mgw «da considerare già incassati» e a breve ne porterà altri 280, frutto di progetti esecutivi già approvati. Una vicenda tutta aperta e seguita con interesse in più punti della città. Al Castello, dove il sindaco Brandoni spera di ottenere i 10 milioni di euro legati all’autorizzazione, come stipulato in convenzione. Tra i comitati cittadini, che ieri hanno diffidato il governo dall’andare avanti. E anche in Raffineria dove i lavoratori si preparano a leggere il piano industriale che sarà presentato ai sindacati la settimana prossima. L’azienda, sui ventilati tagli all’occupazione, non conferma e non smentisce, ribadendo però che a Falconara si sono registrate pesanti inefficienze.

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