sabato 5 settembre 2009

La bara portata dai vigili del fuoco, colleghi del papà Poi tanti ragazzi e una grande commozione

“Ora sei nella pienezza”

Folla in lacrime al funerale di Luca Carletti.
Il pensiero di don Ciro


Falconara Un piazzale gremito ed una chiesa affollata, quella di Santa Maria Goretti a Falconara, dove ieri pomeriggio si sono svolti i funerali di Luca Carletti, il giovane di 28 anni deceduto mercoledì mattina mentre, in sella al suo scooter, percorreva via Foscolo. Erano presenti un picchetto dei vigili del fuoco, colleghi del papà di Luca ora in pensione, e le giocatrici della Edilcost Ancona, la squadra di pallavolo che anche Luca allenava. Siamo qui - ha detto don Ciro Zenobi, il parroco che ha celebrato la messa -, amici, conoscenti e colleghi, vicino alla famiglia di Luca e ci stringiamo a loro per alleviare la loro sofferenza e far sentire la nostra vicinanza. Questa mattina - ha poi ricordato - sono andato in camera mortuaria a trovare Luca, aveva dei tagli sul viso; ma stava entrando nella pienezza della vita. Sul feretro di Luca Carletti, la maglia della Edilcost ed un drappo lasciato dagli sbandieratori di Castelferretti, segno di amore per un ragazzo buono. Fuori dalla chiesa, la sofferenza è tangibile. Difficile trattenere le lacrime, e ancor più difficile lo è pensando che tutto ciò è accaduto all'improvviso.

La bara poi esce dalla chiesa, accolta da un lungo e amorevole applauso, sorretta da alcuni vigili del fuoco in divisa. Papà Lucio li segue stringendo mamma Daniela che, a sua volta, tiene per mano la figlia Elisabetta. Ringraziano quanti si avvicinano per fare le condoglianze. Luca, come ha ripetuto più volte don Ciro, era cresciuto in una famiglia educata, ricca di valori e sani principi. Qualità assolutamente non nuove per quanti Luca l'avevano conosciuto. Più volte erano state infatti sottolineate mentre gli amici lo erano andati a trovare una volta allestita la camera ardente all'obitorio dell'ospedale regionale di Torrette. La salma è stata poi accompagnata fino al cimitero di Falconara, proprio lì a pochi metri da dove era avvenuta quella terribile tragedia mercoledì mattina; vicino a quella strada dove ancora si vedono i segni sull'asfalto e rimane impossibile non ripensarci. Tanti giovani hanno quindi voluto dare l'ultimo saluto a quel ragazzo amante dello sport, della pallavolo e dello sci, morto proprio mentre stava andando, di buon mattino, ad allenarsi in palestra e quindi i piscina. Tanti giovani che con lui erano praticamente cresciuti; addirittura chi fin dai tempi dell'asilo. Un ragazzo di cui si sentirà la mancanza, uno di quelli con la testa sulle spalle, protagonista di una tragedia che ha segnato tutta Falconara.
ALBERTO BIGNAMI,

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