mercoledì 7 aprile 2010

Gli sciacalli del post-terremoto

C'è il dolore e c'è chi specula sul dolore. C'è il terribile ricordo del sisma e c'è chi vorrebbe trasformare tale ricordo in un argomento di propaganda da usare a fini di bassa lotta politica. Ci sono le macerie e c'è chi, come certi giornali e certi esponenti della sinistra, si serve delle macerie per portare avanti la sua personale battaglia contro il governo di turno. Purtroppo, a un anno di distanza dal terremoto che ha colpito l'Aquila e i territori limitrofi, spiace dover constatare che quello che avrebbe dovuto essere un momento di reale e profonda unità nazionale è stato trasformato, dai soliti maître à penser della cultura pessimista, disfattista e soprattutto anti-italiana, in una occasione di sterili polemiche un tanto al chilo, di assurde rivendicazioni portate avanti sulla pelle degli aquilani, di cieca delegittimazione della straordinaria opera di soccorso e di gestione dell'emergenza messa in campo dallo Stato e dalle sue strutture di protezione civile.

L'ideologia (l'antiberlusconismo in questo caso) rende ciechi. E così si finisce per negare anche la più solare delle evidenze: che, cioè, mai in Italia si era assistito ad un'azione così tempestiva ed efficace di assistenza alle popolazioni colpite dal sisma. Nessuno, nemmeno il presidente del Consiglio, nega che molto resti ancora da fare - e come potrebbe essere altrimenti! Ma ciò che infastidisce è la cancellazione preconcetta di quello che è stato realizzato fino ad oggi. Sembra, a leggere certi sinistri articoli di giornale, che nel capoluogo abruzzese e nei Comuni vicini si sia ancora al punto di partenza, che nulla sia stato fatto, che gli aquilani siano stati abbandonati a loro stessi nel generale menefreghismo delle istituzioni. E' una visione sbugiardata dalla realtà, ma che cinicamente e senza scrupolo alcuno viene propagandata a piene mani, nella convinzione di strappare - anche dopo il periodo elettorale - qualche consenso al governo. E a poco serve ricordare la costruzione a tempo di record di nuove abitazioni, l'aver dato un tetto a decine di migliaia di sfollati, alle famiglie che con la casa credevano di aver perduto tutto, l'esser riusciti a riaprire le scuole garantendo la continuità sul territorio del percorso formativo, l'essersi prodigati affinché i finanziamenti per la ricostruzione fossero sufficienti alla causa, l'aver ottenuto dai più importanti leader mondiali la collaborazione per il restauro del patrimonio artistico. No. E' inutile ricordare queste cose a coloro che pregiudizialmente non le vogliono ascoltare; a chi pretende di risolvere i giganteschi problemi del dopo-terremoto con un impossibile colpo di bacchetta magica; a tutti quelli che cavalcano la protesta cercando la pagliuzza nell'occhio del governo e non vedendo la trave ideologica che impedisce loro di formulare un giudizio sereno e obbiettivo su ciò che già è stato fatto.

E la cosa peggiore, come accennavamo poc'anzi, è che tutto ciò avviene senza un minimo senso della misura e del pudore nei confronti di coloro che, a causa della violenza del sisma, hanno visto spazzati via gli affetti, le persone care, i figli, i genitori, i parenti, gli amici. Nella lotta politica tutto fa brodo, ma arrivare al punto di strumentalizzare il dolore, lo smarrimento, la rabbia e la disperazione delle persone colpite da una devastante calamità naturale è veramente troppo. Perché l'esito di tale strumentalizzazione non è tanto quello della sempre legittima critica all'operato di un governo, ma è l'imbarbarimento del clima di solidarietà nazionale, di concreta vicinanza, di fraterno sostegno che si era creato sin dalle prime ore successive al terremoto, quando l'Italia intera si era stretta intorno agli abruzzesi per far sentire loro che non erano soli, che non sarebbero stati abbandonati al loro triste destino, che vi sarebbe stato uno sforzo comune per risanare le piaghe prodotte dalla furia della terra. Così quello che dovrebbe essere un motivo d'orgoglio per il paese intero viene ogni giorno di più messo nel dimenticatoio, in nome dell'ennesima campagna di veleni, sospetti e accuse contro chi si è speso sin dall'inizio per evitare che si ripetesse in Abruzzo ciò che purtroppo era accaduto, dopo un sisma, in altre parti della Penisola. E' il trionfo del cinismo, della disinformazione e soprattutto, come dicevamo, di una mai sopita ideologia anti-italiana che non di rado sconfina nel disprezzo e nell'odio nei confronti della nazione, del popolo e di chi democraticamente lo rappresenta.

Ragionpolitica

4 commenti:

uno nuovo ha detto...

Cari amici del PDL,che ogni volta che la benzina sale mi ritorna in mente, per dirla alla Battisti, la "leggendaria" Robin Tax del ministro Tremonti che tanto toglie ai petrolieri, eccoci qua.
Io penso che saranno gli aquilani stessi a punire il governo quando si renderanno conto che quello che è stato fatto per gestire l'emergenza ovvero le famose new town di Berlusconi non solo costituiscono il presente ma anche il futuro. Non c'è quindi alcun bisogno di soffiare da nessuna parte ne di trovare la pagliuzza. E' inutile che vi ostinate il modello da seguire per l'emergenza era quello di Onna, ovvero dignitosissime casette in legno, e poi partire da subito con la vera ricostruzione. Invece no, serviva l'opera mastodontica, buona per le telecamere, le tasche dei soliti amichetti, e il salotto di Vespa.

Ex PD ha detto...

Caro uno nuovo:resto allibito nel leggere le tue considerazioni sul tema "terremoto a l'Aquila".Eppure da un ragazzo intelligente come senz'altro tu sei(leggo spesso i tuoi interventi su questo blog,considerami pure un tuo fan),mi aspetto di solito commenti piu' obiettivi.Ma come si fa a non riconoscere l'efficacia dell'intervento attuata,nei confronti dei terremotati, da parte della protezione civile e del governo.Hai mai sentito parlare del terremoto in Irpinia ?Del terremoto in Umbria-Marche? Vai8 a documentarti sulla situazione da parte di quella popolazione,a distanza di un anno dalla tragedia.Poi comincia a fare qualche paragone.Una breve riflessione e........poi magari comincia di nuovo a sparare accuse a Berlusconi,se questo ti aiuta a stare meglio.Per ultimo ti ricordo che gli aquilani hanno votato recentemente per il centro-destra alle regionali e,sempre per il centro-destra un mese fa alle provinciali.A distanza di un anno dal terremoto,come vedi gli aquilani non hanno punito Berlusconi .Un nuovo invito alla riflessione..........

uno nuovo ha detto...

Caro ex PD, non volendo ti sei dato la risposta da solo...hai ragione quando dici che è passato solo un anno dal terremoto...troppo poco tempo per far venire a galla le malefatte...
P.s grazie per i complimenti...scrivo, leggo e rifletto...sempre.

EX PD ha detto...

Per "uno nuovo":strano che tu ti sia gia' accorto delle malefatte del governo Berlusconi all'Aquila,mentre la maggioranza di quella popolazione ne e' ignara.A distanza di un anno dal terremoto,gli aquilani hanno premiato con il loro voto Berlusconi.Che non si rendano conto del raggiro perpetrato ai loro danni? Che sia una popoloazione di ingenui? A meno che tu non sia uno dei pochi illuminati di questo blog e,non ce ne siamo accorti.PS:continua sempre a scrivere,leggere e ,riflettere sempre,come tu sai fare,Ciao.