mercoledì 12 maggio 2010

Dal Messaggero

Estorsione a luci rosse, Monica a processo


FALCONARA - Video hard e ricatti, si apre oggi il processo al trans Monica. Soledad Provenga Ioel, il brasiliano di 31 anni finito in carcere quale responsabile di un giro di ricatti ai clienti che venivano filmati durante le loro performance erotiche nella casa della squillo, comparirà davanti ai giudici del Tribunale di Ancona. I reati contestati sono estorsione e induzione alla corruzione. Richiesta di rinvio a giudizio invece per Luigi Tritapepe, il poliziotto 38enne accusato di aver di aver agevolato le estorsioni del trans. L’agente, allora in servizio alla Polizia Stradale di Penne (Pescara), è accusato di corruzione in concorso. Secondo le indagini del pm Rosario Lioniello, Tritapenne avrebbe fornito le generalità delle vittime a Monica. Come? Accedendo con il numero di targa delle auto ai database della Questura. Sono 12 le parti offese nel procedimento. Anche il ministero dell’Interno si è costituito parte civile. Il giro di filmini a luci rosse che ritraevano insospettabili malcapitati era stato scoperto dai carabinieri della Tenenza di Falconara quando una delle vittime anziché cedere ai ricatti aveva deciso di denunciare Monica. Il trans, secondo le accuse, aveva piazzato numerose telecamere nel suo appartamento di Rocca Priora dove riceveva i clienti. Una volta immortalati in dvd o in videocassette, Monica li avrebbe rintracciati tramite l’amico poliziotto. Così nasceva il ricatto. O le vittime pagavano, oppure gli incontri “pepati” sarebbero stati divulgati. Molti piuttosto che confessare il tradimento alle proprie moglie, cedevano. Una volta arrestato il trans, gli uomini del tenente Matteo Demartis e i colleghi di Ancona del capitano Luca Staro hanno impiegato un anno per ricostruire la rete del ricatto. Da e-mail, pc, cellulari e palmari è stata identificata tutta la lista dei clienti di Monica. Una vicenda che inizialmente si pensava fosse legata anche all’omicidio di Thais, la prostituta brasiliana ritrovata morta nel suo appartamento di Rocca Priora. La donna aveva infatti tenuto in custodia tutti i film dell’amica Monica mentre questa era in carcere. Inizialmente si è pensato che l’omicida fosse uno dei ricattati che voleva far sparire le compromettenti prove filmate ma in seguito questa pista è stata scartata dagli inquirenti.

M.Cat.
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Falconara, nuovi reati nonostante
l’affidamento in prova:
padre e figlio tornano in carcere


FALCONARA - Nuovi reati nonostante l’affidamento in prova: Onofrio e Paolo Manno, padre e figlio, tornano in carcere. I carabinieri della Tenenza hanno dato esecuzione alla misura detentiva per i siciliani di 43 e 22 anni da tempo residenti in città responsabili di reati come rissa e lesioni aggravate. Manno senior e junior erano finiti già in carcere nell’estate del 2008 quando aggredirono il titolare dello stabilimento Barracuda. Un violento alterco iniziato al momento di pagare il conto che finì con quattro feriti tra gestori del locale e altri avventori.

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