venerdì 30 luglio 2010

Berlusconi sfiducia Fini, via da Pdl e dalla Camera


Ansa

ROMA - Alla fine la rottura, quella definitiva, insanabile, e' arrivata. E le parole - scritte nell'ufficialita' di un documento votato da 33 membri dell'ufficio politico su 36 - aggettivano pesantemente il solco della crisi. Berlusconi, addirittura, parla di Fini al passato (''i litigi erano un prezzo troppo alto'') e quasi lo deride quando, denunciando il suo venir meno dal ruolo istituzionale, nel documento ricorda con una punta di sarcasmo come il presidente della Camera avesse ''rivendicato il suo ruolo superpartes'' solo durante la campagna elettorale delle regionali. Per ''non dare il suo sostegno'' al bene comune del partito, rincara. Una terzieta' a senso unico, insomma, e di comodo, e' l'accusa di Berlusconi che fa ripercorrere quasi minuto per minuto dettagliatamente tutto il travagliato rapporto con Fini nel documento. Un Fini il cui ''atteggiamento distruttivo non era prevedibile'' ma che tuttavia ha via via evidenziato un profilo politico di opposizione al governo, al partito ed alla persona del Presidente del Consiglio". Accuse pesanti che quasi fanno passare in secondo piano il deferimento ai probiviri di Granata, Briguglio e Bocchino, annunciato nelle prime righe del documento che poi dedica le sei cartelle solo ad attaccare (con motivazioni) Fini. L'ex leader di An, dunque, e' fuori dal partito, dunque. Ma fuori anche dalla presidenza della Camera. Un desiderata, questo. Forse solo una richiesta politica ad effetto alla quale, pur indirettamente, Fini risponde seccamente scandendo che la terza carica dello Stato non e' ''nelle sue disponibilita'''. Una situazione che il Capo dello Stato, si sottolinea in ambienti parlamentari, sta seguendo con attenzione non senza preoccupazione. Intanto la risposta politica dei finiani - costruita pezzo per pezzo durante tutta la giornata - arriva in contemporanea alla conferenza stampa del premier a Palazzo Grazioli e ai primi lanci d'agenzia: dimissioni dal gruppo e formazione di gruppi autonomi. I numeri, almeno quelli fatti circolare alla Camera e al Senato fanno esultare gli uomini vicini a Fini, che ha pero' deciso di rinviare ad una conferenza stampa da tenere domani la controreplica al Cavaliere. E di argomenti cui ribattere ce ne sono molti: ''dall'assoluta incompatibilita' delle posizioni dell'On. Fini con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l'attività politica del Popolo della Libertà'', alla denuncia del venire meno della fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera'' fino all'aver volutamente profittato della liberta' di dissenso nel partito per trasformarla da ''legittima a uno stillicidio di distinguo'' finalizzati ad una ''critica demolitoria''. E ci vuole tutta la storia politica e lo sforzo diplomatico di Ignazio La Russa per leggere in quel 'viene meno allo stato la fiducia' nei confronti di Fini (unica aggiunta al documento entrato a Palazzo Grazioli) un modo per ''non chiudere la porta a chiave'' in faccia all'ex leader di An.

DA FINI VIA LIBERA A GRUPPI,RESTO PRESIDENTE CAMERA
di Milena Di Mauro
Le dimissioni di 34 deputati finiani dal gruppo del Pdl sono gia' in mano al capogruppo Fabrizio Cicchitto, domani dovrebbero arrivare a Maurizio Gasparri, ex compagno di strada, quelle di 14 senatori. E in tarda mattinata i gruppi autonomi dei fedelissimi del Presidente della Camera dovrebbero gia' essere costituiti, con correlata conferenza stampa di Gianfranco Fini, politicamente 'espulso' dall'ufficio di presidenza del Pdl (che ha anche deferito ai probiviri Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata). Berlusconi aveva appena terminato di dare lettura del duro documento politico che sancisce il definitivo divorzio dei due co-fondatori del Pdl. E Fini, riunito con i suoi a Montecitorio, dava la linea: fedelta' al governo e ad ogni impegno preso con gli elettori del Pdl mai in discussione, gruppi autonomi, stop alle esternazioni incontrollate dei singoli. Quanto alla Presidenza della Camera, una secca replica al premier che parla di un ''venir meno'' della fiducia del Pdl rispetto al ruolo di garanzia del Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni: ''La presidenza della Camera non e' nella disponibilita' del presidente del Consiglio. Io non mi dimetto''. Fini ha adesso gioco facile nel portare dalla sua parte quei parlamentari a lui fedeli che ancora oggi aspettavano di vedere quanto duro fosse il documento di censura politica verso il Presidente della Camera prima di dare la loro disponibilita' all'ingresso in un gruppo autonomo. Berlusconi ha parlato di una insopportabile ''forma di dissenso all'interno del partito che si manifesta nella forma di una vera e propria opposizione, con tanto di struttura organizzativa, tesseramento e iniziative, prefigurando gia' l'esistenza sul territorio e in Parlamento di un vero e proprio partito nel partito, pronto, addirittura, a dar vita a una nuova aggregazione politica alternativa al Popolo della liberta''. E piu' in generale il documento, commentano i finiani ''ha superato anche le piu' pessimistiche previsioni''.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Come direbbe Feltri: "deo gratias". Che lascino pure i collusi, mafiosi e affaristi di Stato nelle liste del PDL in quota a Forza Italia. Si dovrebbe ritornare alle urne, tanto con questa sinistra(dovè?) rivinceremmo ancora. Consiglierei anche di cambiare la legge elettorale così la gente può decidere se riconfermare certi personaggi e vedere se possiedono la dignità di rimanere dove stanno. Si potrebbe fare un'opera di pulizia e trasparenza, anche se come tutti sappiamo il nostro Presidente del Consiglio non sarebbe la persona più adatta, come infatti ha dimostrato con certe nomine. Di certo questa storia non finisce qui, vedremo quello che accadrà, ma la divisione ormai è netta ed obbligatoria, aggiungo anche giusta.

F.F. ha detto...

Ora per coerenza da tutti gli enti, regionali, provinciali e comunali, devono dimettersi per coerenza quelle persone che hanno aderito a Generazione Italia. Lo doveno a chi e' rimasto con il Pdl

Anonimo ha detto...

Seeee capirai.... schiodali dalle poltrone. Comunque concordo, a casa devono andare e lasciare il posto

Anonimo ha detto...

dopo aver sfasciato msi e an ora ci ha provato anche col pdl. il mio peccato e' stato quello di averti votato per troppi anni. fini_to

p.p. ha detto...

via chi sta in generazione italia. Si dimettano tutti

antonio ha detto...

in accordo col primo anonimo. si rimettano le preferenze in maniera da far fuori la vecchia marciumaglia e creare una nuova classe dirigenziale. premier compreso. comunque fini e' stato proprio sciocco, ha fatto quello che rc faceva nei precedenti governi, con la differenza pero che questo governo non cade

L.C. ha detto...

Sinceramente speravo di vedere Fini,futuro leader del centro destra.Mi sbagliavo,non ne ha la stoffa.Ha fatto piu' opposizione lui a questo governo,che Bersani e Di Pietro messi insieme.Dimenticandosi tra l'altro di ricoprire il ruolo di Presidente della Camera.Prendesse esempio dal presidente Napolitano.Ora dove andra' mr Fini,non si sa.Fondera' un nuovo partito? Fara' alleanze con il PD? Quelli che fino ieri gli davano del fascista,sono disposti ad accoglierlo? Povero Fini,che fine indecorosa.

Anonimo ha detto...

Fini ha subito il PDL che non voleva fare. Ma dico io, poteva dire di no a Berlusconi, poteva non svendere e liquidare An per paura di dover pesare se stesso e il suo partito. Poteva ascoltare i militanti e simpatizzanti An che in coro gli hanno detto di non liquidare idee, proposte, programmi ed anche sedi. No, il dittatore non ha ascoltato nessuno, perchè il partito era cosa sua e adesso tenta di fare la stessa cosa con Berlusconi. Non ci riuscirà naturalmente. L'unica cosa che sa fare è sfasciare.
Doveva avere gli attributi per andarsene e non farsi cacciare!!
Comunque via Fini (cosa ottima) per il pdl i problemi restano, eccome.Chi seleziona chi?
Chi ha eletto democraticamente coorfinatori comunali, provinciali etc?
Il PDL ha cominciato ad implodere e siamo all'inizio

ex An, ex tutto

Anonimo ha detto...

I partiti sono solo comitati d'affari. La legge elettorale va cambiata, ma non so se basta.
Va cambiato tutto il sistema dello stato a partire dalla magistratura.
Noi scontiamo il fatto di avere una costituzione nata con la paura di un governo forte che potesse governare e perciò ha pensato al bicameralismo perfetto, al csm (che dovrebbe essere abolito e basta)
Nessun governo ce la farà.
Comunque a livello locale stessa musica, stessi comitati di affari. Non vado tanto lontano, basta vedere quello che succede in Ancona.
Mimmo