mercoledì 3 novembre 2010

Un'altra escort, che barba

di Salvatore Tramontano

Dopo Milano, anche i pm siciliani vanno a caccia di squillo che sarebberostate a Villa Certosa e Arcore. Ad aiutare i magistrati una trafficante didroga che si è pentita e, guarda caso, parla pure lei di Berlusconi
Il lodo Berlusconi esiste già, ma non vale per lui, per il premier. Sembraquasi una beffa. Questa legge non scritta, che le procure adottano ormai conconsuetudine, funziona così: basta far balena­re l’idea che si è pronti arivelare qualche peccato del Cav e i pm ti ascoltano con grande riguardo. Laparola Berlusconi diventa uno scudo, un salva­condotto per rendere meno gravi ipropri reati, uno scambio, un’assoluzione. Io ti incastro il Cav e tu mi offriuna via d’uscita per i miei guai giudizia­ri. È un trucchetto che mafiosi,trafficanti di droga, faccendieri, ragazzine impaurite usano come car­ta disalvezza, come una via di fuga dalla dispera­zione. Quello che raccontano non èmai preciso e schiacciante. È sempre un discorso vago, carico dicontraddizioni, un sentito dire da questa o da quell’amica,da questo o quelcompagno di mala­vita. Accuse sfumate, improvvisate, di chi recita a soggetto esegue un canovaccio che persegue un solo obiettivo: dare alle procure quelloche voglio­no sentire.
L’ultimo atto del lodo Berlusconi va in scena a Palermo, con Milano teatroclassico di questi spet­tacoli. Arrestano a luglio Perla Genovesi, una gio­vanee insospettabile trafficante di droga. La foto segnaletica la mostra disfatta,con il volto dispera­to. La sua vita è piombata in un buco nero. Può solosperare di cavarsela alla meno peggio, di mi­nimizzare il danno. Si pente.Sceglie di collabora­re. Ma cosa offre in cambio alla procura? Parlerà deisegreti di Paolo Messina, il capo dei trafficanti, sorpreso in passato ad avererapporti con i favoreg­giatori del superlatitante di Cosa Nostra Matteo MessinaDenaro? Troppo scontato, troppo bana­le. La ciccia è altrove. Il lasciapassarenon funzio­na tirando in ballo la mafia. Serve altro. Ecco che dalla memoriaPerla Genovesi pesca la carta giu­sta: le escort del Cavaliere.
Non è una cosa che ha vissuto in prima persona. È più testimone, relatrice,che pentita. Quello che la trafficante di droga offre ai pm sono le confiden­zedi un’amica. Una che un giorno le disse: «Sono entrata nel giro di escort delpresidente. Sono sta­ta anche a Villa Certosa in Sardegna». Perla Geno­vesi,dicono i pm, ha raccontato con dovizia di par­ticolari questo mondo di coca esesso a pagamen­to. Tutto di seconda mano, ma chi se ne frega. Sve­la aimagistrati della Procura di Palermo un giro di escort e cocaina, con serateorganizzate da espo­nenti politici del Pdl fra la Sicilia, Roma, l’EmiliaRomagna e la Lombardia. Un nuovo colpo al pre­mier. Perfetto.
Le notizie non fanno in tempo a entrare in Pro­cura che subito fuggono daimedia. Certe garan­zie di privacy valgono solo per le case di Fini. Quando c’èin ballo il Cav le parole del primo delin­quente diventano immediatamentesacrosanta verità. E giù titoloni. Se poi era soltanto fumo non importa:l’effetto sputtanamento è stato ottenuto. È questa la forza del lodo Berlusconi.Tutti quelli che hanno guai con la giustizia se lo giocano come carta delladisperazione. C’è sempre qualcuno pronto ad ascoltarli e a mettere fango nelventilato­re. Avanti il prossimo. All’ultimo degli spacciatori verrà chiesto: esu Berlusconi? Nulla da dire...?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma se non e' un reato andare a trans,perche' tutto questo polverone nei confronti di chi predilige la compagnia di escort? Oh scusate dimentivavo:siccome c'e' di mezzo Berlusconi.......