sabato 12 febbraio 2011

Per conto di chi manifestano le donne del 13 febbraio




Quella del 13 febbraio prossimo sarà una manifestazione senza bandiere e gagliardetti, una protesta lontana da politicizzazioni e ideologismi, un grido corale delle donne italiane contro il satiro Silvio Berlusconi. Questa la promessa del comitato organizzatore per la mobilitazione di “Se non ora quando”, perché, come ha scritto sul Corriere Luisa Muraro, “il grande errore è andare in piazza per conto di altri”, mentre invece se sei donna devi andarci “per te”.

Ancora più chiaro il vademecum per la mobilitazione, in cui si dice che le partecipanti sono donne “fiere e orgogliose”, “gelose” della loro autonomia e che non si “lasceranno usare”. Per questo, recita il prospetto, “non ci devono essere simboli politici o sindacali nei nostri cortei”, per rispettare la trasversalità del mondo femminile. Con la specifica di non portare in piazza simboli sindacali. Ma che bello spirito unanime, ma quanta ecumenicità fra le organizzatrici dell’evento, quasi quasi ci avevano convino.

Se non fosse che poi, per via traverse, ci arriva un messaggio diffuso dalla CGIL, rivolto a “a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori” della penisola. Riportiamo per dovere di cronaca l’incipit: “La CGIL ha aderito e promosso in tutto il territorio nazionale la manifestazione del 13 febbraio nata dall’appello di Se non ora quando”. Segue un comunicato sulla indignazione dei militanti verso la corte del presidente del consiglio e il suo degrado morale. Il testo si chiude con un bell’invito a predisporre un “manifesto ad hoc per conto della CGIL nazionale” e cartelli, fasce, cappellini, bandane con gli slogan che riassumano il senso della manifestazione, “frutto di un lungo percorso del quale le donne della CGIL sono da sempre protagoniste”.


L'Occidentale

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