mercoledì 16 novembre 2011

Dal Corriere Adriatico

Ex sindaco indagato per corruzione

Cingolani nel mirino con un costruttore: favori in cambio del posto in banca per la figlia

Montemarciano Sono indagati per concorso in corruzione l’ex sindaco di Montemarciano, Gerardo Cingolani, e l’imprenditore Mario Bolzonetti della Prima Costruzioni. Le indagini, iniziate alla fine dello scorso anno, portate avanti dalla Guardia di Finanza di Ancona e coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Paolo Gubinelli, sono tuttora in corso per accertare eventuali ulteriori reati. L’attività, sviluppata dalla Tenenza di Senigallia, ha consentito di portare alla luce episodi di corruzione avvenuti tra il 2007 e il 2009, da parte dell'allora sindaco Cingolani, a fronte di atti contrari ai propri doveri d’ufficio. Le indagini hanno interessato un’area del Bosco della Castagnola di 65.000 metri quadri, originariamente donata dalla famiglia Ascoli al Comune di Montemarciano e sulla quale sarebbero dovuti nascere impianti sportivi e altre strutture destinate a finalità pubblica. E invece, su delibera del consiglio comunale, è stata destinata invece all’edilizia privata. I finanzieri hanno scoperto che, senza alcuna ricerca di mercato, era stata agevolata l’impresa edile che, a fronte di un corrispettivo definito in misura notevolmente inferiore alla media di mercato per la sua acquisizione, ha proceduto alla costruzione di una serie di immobili su quel terreno due dei quali sono stati sequestrati dalla Forestale poiché gli scarichi sfociavano nel bosco comunale anziché negli impianti fognari.

Il patto con il costruttore era che il corrispettivo dell’acquisto dell’area si sarebbe pagato solo una volta che gli appartamenti sarebbero stati venduti invece che entro il mese di novembre 2008, come previsto inizialmente. Il Comune, che ha rinviato l’incasso dell’acquisto dell’area da parte dell’imprenditore con delibere di posticipazione del credito - che peraltro veniva riportato a bilancio - non ha potuto incassare i 3 milioni di euro pattuiti sforando il patto di stabilità e perdendo i contributi statali. Per questo è stata interessata anche la Corte dei conti. L’ex sindaco, in cambio del favore, avrebbe avuto un appartamento del valore di 300 mila euro al prezzo di 100 mila e un aiutino per far assumere la figlia presso la sede della banca legata al gruppo imprenditoriale. Raggiunto telefonicamente Cingolani afferma “di avere la coscienza pulita, i fatti dimostreranno che ho ragione”. Aggiunge: “Aspetto tranquillamente e serenamente che la giustizia faccia il suo corso, ho sempre e solo agito per l'interesse comune e per la collettività, per il bene di Montemarciano”.

A. Bignami

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