Licenziati 114 dipendenti: sparita la «Gatto cucine»
Sono arrivate giovedì a casa degli operai e degli impiegati: dissesto finanziario l'azienda non produce da luglio
di Silvia Santini
Camerano (Ancona), 8 novembre 2014 - Inviate 104 lettere di licenziamento ai dipendenti della «Gatto cucine» di Camerano: l’azienda in crisi va verso il concordato preventivo. Sono arrivate giovedì a casa di tutti i dipendenti, per la precisione 114 persone tra operai e impiegati. Tutti quelli, insomma, che al ritorno dalle ferie, dopo l’annuncio shock dell’azienda di chiudere il reparto produzione, per una settimana a settembre hanno presidiato i cancelli della ditta lungo la Direttissima del Conero, fondata negli anni Cinquanta e leader del «made in Italy» nel settore del mobile. Adesso quei padri e quelle madri di famiglia residenti tra Osimo, Camerano, Castelfidardo e Ancona sono in mobilità e guardano al futuro con grande paura.
La seconda riunione in Regione indetta per metà ottobre è saltata perché non c’erano le condizioni per andare avanti. La Gatto infatti non ha presentato ai sindacati né all’assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti alcun piano industriale, non essendo riuscita a trovare i soldi per ripartire. «La ditta ha deciso di cessare l’attività produttiva e a breve chiederà il concordato in bianco – ha spiegato Luca Tassi della Cisl -. L’azienda in realtà non produce da luglio, prima delle ferie estive, per difficoltà dovute al dissesto finanziario».
Si parla di un debito milionario contratto dalla storica ditta cameranese. La decisione è stata sofferta da parte della famiglia Gatto che ieri ufficialmente ha chiuso un’era, dopo aver subito un notevole calo del fatturato nel giro degli ultimi tre anni. Neanche le tre mensilità arretrate saranno garantite agli operai, quegli stipendi mancati entreranno a far parte del debito dell’azienda nell’ambito della procedura fallimentare. Rabbia ma non solo da parte dei dipendenti, nei loro occhi c’è anche tanta delusione: «Siamo senza stipendi arretrati né tfr mentre l’altra realtà aziendale pare sia già partita. Dopo anni di lavoro e di sacrifici per questa azienda ci sentiamo traditi», gridano in coro.
La Gatto spa non c’è più ma come già accennato dai vertici a inizio settembre, era forte la volontà di creare in parallelo un nuovo soggetto per la sola parte commerciale per cui sarebbero stati riassorbiti una ventina di dipendenti, di cui quattro impiegati. La realtà esiste già sulla carta da due mesi ma sarebbe anche operativa da poco, almeno stando alle prime indiscrezioni. Si tratta di una figura giuridica che prende il nome di «Cucine Gatto srl».
La seconda riunione in Regione indetta per metà ottobre è saltata perché non c’erano le condizioni per andare avanti. La Gatto infatti non ha presentato ai sindacati né all’assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti alcun piano industriale, non essendo riuscita a trovare i soldi per ripartire. «La ditta ha deciso di cessare l’attività produttiva e a breve chiederà il concordato in bianco – ha spiegato Luca Tassi della Cisl -. L’azienda in realtà non produce da luglio, prima delle ferie estive, per difficoltà dovute al dissesto finanziario».
Si parla di un debito milionario contratto dalla storica ditta cameranese. La decisione è stata sofferta da parte della famiglia Gatto che ieri ufficialmente ha chiuso un’era, dopo aver subito un notevole calo del fatturato nel giro degli ultimi tre anni. Neanche le tre mensilità arretrate saranno garantite agli operai, quegli stipendi mancati entreranno a far parte del debito dell’azienda nell’ambito della procedura fallimentare. Rabbia ma non solo da parte dei dipendenti, nei loro occhi c’è anche tanta delusione: «Siamo senza stipendi arretrati né tfr mentre l’altra realtà aziendale pare sia già partita. Dopo anni di lavoro e di sacrifici per questa azienda ci sentiamo traditi», gridano in coro.
La Gatto spa non c’è più ma come già accennato dai vertici a inizio settembre, era forte la volontà di creare in parallelo un nuovo soggetto per la sola parte commerciale per cui sarebbero stati riassorbiti una ventina di dipendenti, di cui quattro impiegati. La realtà esiste già sulla carta da due mesi ma sarebbe anche operativa da poco, almeno stando alle prime indiscrezioni. Si tratta di una figura giuridica che prende il nome di «Cucine Gatto srl».
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