mercoledì 19 novembre 2014

Nelle Marche la ripresa non c'è  e
 la Russia  frena l'export

ANCONA - La ripresa non si vede e la Russia frena l'export.
I deboli segnali di miglioramento registrati a fine 2013 non hanno mantenuto le promesse nell'anno in corso e la ripresa economica nelle Marche ancora non si vede. Produzione industriale stagnante, export che rallenta anche per il brusco calo del mercato russo, costruzioni edili ancora a picco, un credito non più in caduta libera ma sempre molto debole: è un quadro di stagnazione quello economico regionale che induce gli imprenditori a prevedere anche un primo trimestre 2015 "in rosso" per ordini e investimenti. I dati emergono dall'aggiornamento congiunturale redatto dalla Banca d'Italia. Pochi i segnali positivi nella relazione, introdotta dal commento del direttore della sede di Ancona Gabriele Magrini Alunno: qualche luce viene dal lavoro (+0,7% di occupati e disoccupazione calata al 10,7% nel primo semestre; -6,4% ore di cassa integrazione), da una lieve ripresa delle erogazioni di mutui alle famiglie e dalla crescita dei depositi bancari delle famiglie (+6,4%; calano però le obbligazioni). Seppure a ritmo più attenuato, è comunque proseguito il calo del credito (-2,5% nel primo semestre; 2,9% alle imprese e -1,2% alle famiglie). Scende la rischiosità dei prestiti (tasso d'ingresso in sofferenza dal 6,6% al 6%) ma si mantiene sopra la media nazionale ed è elevatissima nell'edilizia (18,9% a giugno 2014). «Le aspettative di inizio anno sono state deluse - ha ammesso Magrini Alunno - è c'è ancora molta incertezza su dove si sta andando». Lo dimostra la prevalenza di pessimismo nelle risposte dei 300 imprenditori intervistati da Bankitalia su prospettive di fatturato per fine 2014, attese di ordini e investimenti per i primi tre mesi del 2015. A rendere incerta la ripresa, ha osservato Giacinto Micucci (ufficio studi Banca d'Italia), c'è anche la carenza d'investimenti che pesa soprattutto sul settore edile: nei primi sei mesi produzione in calo (-6%), anche se il volume di acquisti sulle case si è stabilizzato. Anche la corsa dell'export rallenta: l'incremento del 6,6% nel semestre è dovuto in gran parte a trasferimenti infragruppo di aziende farmaceutiche. Ad abbattere di un punto percentuale l'export regionale c'è la battuta d'arresto del mercato russo (-14,1%; -25,7% per calzature) indebolito da svalutazione del rublo e tensioni geo-politiche: «non dipende dall'embargo - ha spiegato Pasqualino Montanaro (ufficio studi Bankitalia) - ma dalle difficoltà del mercato russo (6,3% dell'export marche) su cui influiscono anche le tensioni in Ucraina». Anche la caratteristica marchigiana dei distretti non favorisce la ripresa: «tante imprese attive nello stesso settore - ha spiegato Magrini Alunno - hanno dato forza al comparto nei momenti di spinta dell'economia. Il rischio è che quando il settore va in crisi e non regge alla competizione dei mercati, si porta dietro l'intera area urbana».
(Corriere Adriatico)

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