venerdì 19 dicembre 2008

Raffineria e salute, troppi residentidicono no all’indagine epidemiologica



Dal Messaggero del 19 Diembre 08

FALCONARA Il numero di leucemie e linfomi aumenta su persone che vivono vicino alla Raffineria Api? L'indagine epidemiologica non ha abbastanza dati per dirlo con certezza e si resta nell'ambito dei sospetti. Ma le indicazioni sono talmente forti da indurre la Fondazione Irccs Istituto dei Tumori di Milano, che ha condotto lo studio, a chiedere alla Regione di proseguire sulla strada degli approfondimenti. Ieri pomeriggio il Centro Pergoli traboccava di gente per l'illustrazione dei dati usciti dalla ricerca compiuta a partire dal 2004 sulle popolazioni di Falconara, Chiaravalle e Montemarciano. I numeri, bassi per essere considerati statistica visto che circa la metà dei cittadini scelti come campione si é rifiutata di sottoporsi alle interviste, fanno emergere un quadro allarmante. La mortalità tenderebbe ad aumentare più ci si avvicina all'Api: i soggetti maggiormente colpiti sono donne, pensionati e disoccupati. Chi insomma per un motivo o per un altro resta più in casa. I ricercatori si sono mossi in maniera analitica, andando ad esaminare la vita delle persone: su una totalità di 177 decessi a causa di tumore negli ultimi 10 anni si è potuto indagare solo su 95. Uomini e donne che hanno vissuto nei tre paesi, dei quali sono state ricostruite le vite dai racconti dei parenti rimasti. «Abbiamo considerato anche altri fattori - ha spiegato alla platea Andrea Micheli, medico della Fondazione - come la presenza di distributori di carburanti nei pressi delle abitazioni, l'attività lavorativa e se o meno il soggetto fumava sigarette od era sottoposto a fumo passivo. La conclusione è che siamo di fronte ad un forte sospetto ma non siamo in grado di dare certezze perché molti cittadini si sono rifiutati di partecipare all'indagine». Insomma, numeri ancora troppo piccoli per giungere a conclusioni definitive anche se, secondo la Regione, «resta l'evidenza qualitativa dell'impatto della raffineria sulla salute dei cittadini». Micheli ha proposto alla Regione di impiantare uno studio ad hoc sui tumori interessati con approfondimenti biomolecolari, l'avvio di un registro dei tumori e ha invitato la dirigenza dell'Api ha prendere atto dello studio. L'assessore all'Ambiente Marco Amagliani, sottolineando che non c'è da creare nessun allarmismo ha rilevato che «il rischio persiste e l'indagine va approfondita. Sappiamo che il rapporto con l'Api non è mai stato semplice ma non possiamo dimenticare che occorrerà conviverci ancora a lungo. Convivere però significa anche tutelare la popolazione. Le Marche hanno fatto una scelta coerente dicendo che altre produzioni non possono insistere in questa zona: il no alla centrale elettrica da 520 mw è chiaro e netto». Un plauso è arrivato dai membri dell'Assemblea permanente che si oppongono al progetto di allestire due centrali elettriche nello stabilimento falconarese. Chiesto anche l'invio ai falconaresi di una lettera contenente i dati dello studio. «Il prosieguo dello studio è auspicabile - dicono - e con questi dati la Regione può avviare un vero risanamento».

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