venerdì 27 febbraio 2009

Il pressing dei Comuni sulle raffinerie


Dal Corriere del 27 Febbraio

I Comuni italiani sedi di impianti di raffinazione, chiederanno al Governo, con un documento unitario, di approvare una proposta di legge che preveda una loro compartecipazione alle accise sui prodotti petroliferi. Questo quanto deciso ieri a Roma nel corso dell’incontro presso la sede della Regione Marche, al quale hanno preso parte amministratori dei centri (per le Marche il sindaco di Falconara Goffredo Brandoni ed i parlamentari Remigio Ceroni e Luciana Sbarbati) membri del Coordinamento nazionale dei Comuni italiani sedi di raffinerie. L’iniziativa è stata promossa da Legautonomie Marche (associazione senza scopo di lucro tra enti locali) che nel 2002 aveva dato vita di concerto con il Comune di Falconara al Coordinamento Nazionale dei Comuni italiani sedi di Impianti di Raffinazione. L’obiettivo è impegnare il Governo a presentare entro il 31 marzo una proposta alla Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti locali, che definisca la quantificazione dei tributi da trasferire agli enti locali. Applicando una previsione inserita già nella Finanziaria 2001, fino ad oggi è rimasta lettera morta. Nel 2007, ricorda la Legautonomie delle Marche, lo Stato ha riscosso 25,540 miliardi di euro dalle accise sui petroliferi, senza riconoscere nulla ai comuni, che continuano a subire la presenza di industrie a rischio di incidente rilevante. Nel 2008 la raffineria Api di Falconara ha versato allo Stato accise per 818 milioni di euro, mentre alla Regione, sempre in tasse sui prodotti petroliferi, l’azienda ha pagato quasi 87 milioni, ma nulla di tutto ciò è arrivato al Comune. Per i prodotti energetici lavorati in questi impianti di raffinazione – ha spiegato il direttore di Legautonomie Marche Roberto Piccinini - lo Stato riscuote annualmente un consistente gettito per le accise, mentre nulla è mai stato riconosciuto ai Comuni. Nessuna percentuale di queste entrate viene riversata al Comune anche se il territorio continua a subire i danni per la presenza di una industria definita dalla nostra legislazione a rischio di incidente rilevante ”. Soddisfatto il sindaco Brandoni per il quale l’arrivo delle accise (“direttamente dallo Stato e non dalle Regioni”, ha spiegato) potrebbe essere decisivo per la chiusura del bilancio di previsione 2009 al quale mancano ancora quattro milioni. “Gli amministratori dei Comuni interessati – ha osservato Piccinini – pur riconoscendo che la normativa contiene ‘aspetti problematici di non facile soluzione’, ritengono che tali difficoltà di applicazione ed interpretazione normativa non possano in alcun modo giustificare, dopo oltre 8 anni, la mancata operatività della norma a favore dei loro enti”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

basta che i soldi arrivano direttamente al Comune