venerdì 13 agosto 2010

Brandoni: “Chiudo il campo nomadi”


Falconara Goffredo Brandoni aveva fatto della sicurezza il cavallo di battaglia della campagna elettorale. Da inquilino del Castello è rimasto in groppa, per muovere lancia in resta a difesa di Falconara. “Voglio garantire una città vivibile”, aveva promesso. Parola mantenuta, se oggi s’è guadagnato la fama di sindaco sceriffo. Anzi no, dice lui. “Se ho un rammarico, è di non aver fatto abbastanza per il rispetto della legge. La gente si aspetta di più e fa bene, qualche commerciante non mi rivolge più la parola perché non gli basta”. Pausa. “Pensi, quando siamo riusciti a mandare via i romeni da piazza Mazzini mi hanno fatto un applauso. Non vivo di queste cose, ma mi incoraggiano”.

Qualche flash di pugno di ferro. Ottobre 2008. E’ guerra al mercimonio del sesso con multe di 300 euro a prostitute e clienti. No a decolleté selvaggio e minigonne spericolate. Niente sfilate discinte nella passerella della notte. E’ l’ordinanza decoro per sanare a suon di stangate la piaga della prostituzione. Nelle aree hot anche divieti di fermata per raffreddare i bollori dei compratori di sesso e frenare le oscenità di lucciole e viados. “Abbiamo liberato di viados via Clementina, con sopralluoghi insieme al questore”, commenta soddisfatto Brandoni. “Entro l’anno metteremo la luce dalla Rocca in su, sarà un altro deterrente. L’illuminazione ha funzionato molto per esempio in stazione”.

Ancora storia. A marzo 2009 ha affilato le armi delle contravvenzioni per dare battaglia ai piccioni, stabilendo come infrazione punibile con un’ammenda di 500 euro chi fosse pizzicato a nutrire abusivamente i volatili che sono troppi e sporcano.

Stesso mese, ha mostrato i muscoli anche contro i bivacchi. Vietato l’uso “come luogo di dimora di camper, auto, furgoni parcheggiati in strada. Perché “utilizzo improprio delle aree pubbliche e ne limita la corretta fruizione prevista dal Codice della strada”.

Due mesi, e il piglio militare di Brandoni ne ha ispirato l’auspicio di un intervento della mimetica. Maggio 2009: “Voglio l’esercito”. Spiegava. “Sono fermamente convinto che utilizzare l’esercito per i controlli e la sicurezza sia un’ottima idea. Se il Governo darà il via libera, faremo subito richiesta per avere qui i soldati”. Di più. Sempre a maggio: “Aspettiamo il pacchetto sicurezza, e sia ben chiaro: se verranno autorizzate le ronde le faremo”.

A luglio altro acuto: l’annuncio della chiusura del campo nomadi. “Non assolve più il ruolo per cui era stato realizzato e non è più idoneo dal punto di vista igienico-sanitario, logistico e di integrazione sociale”. Verso i lucchetti. “In questi anni le famiglie hanno subito una grande trasformazione e da tempo l'ingresso al campo avviene in modo incontrollato e senza progettualità”. Un passo fino all’attualità. Il chiavistello arriva proprio in questi giorni. “Abbiamo dovuto cercare un’altra collocazione a quelli che risiedevano nel campo, abbiamo trovato appartamenti a Fiumesino e un contenzioso con la ditta ci ha fatto perdere tempo. Adesso ci sono disponibilità e abitabilità e possiamo procedere all’assegnazione delle case”. E allora, “a breve emaniamo l’ordinanza di chiusura del campo”. Questione di giorni.

Di nuovo un salto indietro. Molto caldo quel luglio 2009. Pure il blitz in spiaggia del sergente Brandoni, sulla sabbia con i vigili. “Intensifichiamo i passaggi di giorno e di sera”. Incandescente anche il dicembre successivo. Il sindaco ha messo in moto le ruspe per demolire una baracca alle spalle del Pala Badiali dove vivevano una famiglia con due bambini, senza decoro ambientale e sicurezza. Con un manifesto Brandoni si era beato sui muri della città per aver ripulito il territorio dagli ultimi. E questo non era andato giù a don Giovanni Varagona, parroco del Rosario, a al suo vice Dieudonné.si erano detti “costernati”. Brandoni chiosa oggi. “I proprietari della baracca abusiva hanno denunciato me e i coordinatori comunale e provinciale del partito, entro dicembre ci sarà la prima udienza della causa civile. Chiedono 50 mila euro di danni anche morali”. Annuncia. “A settembre prima di prendere decisioni drastiche faremo un tavolo per confrontarci con don Giovanni pe ascoltare quel che dicono lui e le associazioni in favore di questa gente”.

L’ultimo sussulto è cronaca dell’altra notte, infiammata dalla caccia ai romeni accampati ai giardini dei Frati. Un mini-bilancio. “Non mi pento di niente, anzi sì. Ho trascurato anche troppo il problema della sicurezza”. Altro che sceriffo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un anno e mezzo che lo dite. Vi muovete oppure serve un invito scritto??

Anonimo ha detto...

Prima di chiudere il campo nomadi,io ascolterei il parere illuminato di Mastrovincenzo e Calcina.

Anonimo ha detto...

BASTA CHIUDILO SINDACO.FALLO!!

M.A. ha detto...

Peccato!! Senza il beneamato campo nomadi,Falconara perdera' un valore aggiunto.

Anonimo ha detto...

Certi preti mi hanno fatto allontanare dalla Chiesa, da tempo

Maria